Franco Gentilini - Intorno al 1925 inizia a lavorare nella
bottega di un ceramista e poi passa, come decoratore, nella fabbrica di
ceramiche di Mario Ortolani.
Nel 1927, incoraggiato dal pittore faentino Giovanni Romagnoli, si reca a
Parigi. Nel 1929 si trasferisce a Roma. Diviene amico del critico
letterario Enrico Falqui (che gli mostra i disegni di Scipione per
"L’Italia letteraria") e inizia a frequentare la terza saletta del Caffè
Aragno, dove conosce Barilli, Cecchi, de Libero, Cardarelli, Ungaretti .
Nel 1930 partecipa alla Biennale di Venezia e nel 1933 tiene la prima
personale alla Galleria di Roma. Espone alle Quadriennali dal 1935 e
alle Biennali di Venezia dal 1936. nel 1937 partecipa al Premio Carnegie
di Pittsburg. Negli anni Quaranta affianca all’attività pittorica una
intensa produzione grafica, con collaborazioni a molte riviste , tra le
quali "Primato" e "Documento". Entra in contatto con il collezionista e
mercante Carlo Cardazzo, che sarà tra i suoi principali promotori anche
fuori dall’Italia.
Nel 1947 un importante soggiorno parigino lo aiuta a maturare un
linguaggio in cui l'eredità della "Scuola romana" si unisce a echi
internazionali, dal cubismo, al surrealismo di segno chagalliano, alle
ricerche materiche di matrice informale francese (Dubuffet e Fautrier).
Per le Edizioni del Cigno, Roma, nel 1975 esce la cartella di acqueforti
I Tarocchi di Gentilini, con un testo di Patrick Waldberg, premiata nel
1977 alla I Triennale di Prato. |