Il Museo

Il Museo è collocato in un suggestivo palazzo storico del 1600, completamente restaurato, posto tra Bologna e Pistoia, immerso nel verde. Questa struttura, oltre ad una ricca collezione permanente, offre una serie di eventi culturali e mostre che saranno organizzate all’interno del Museo, ma anche in altre sedi.
Ogni visita sarà una vera sorpresa, anche perché è personalizzata. Infatti Morena ed Ernesto Vi accompagneranno all’interno di questa foresta di simboli, tutta da scoprire… e per questo motivo ricordate che occorre la prenotazione.
VI ASPETTIAMO!

The Museum is set in an enchanting historical building of 1600, completely restored, situated between Bologna and Pistoia, among the woods.
This building, apart from being a rich permanent collection, offers a series of cultural events and exhibitions which will be organized not only inside the Museum, but also in the other centres.
Each visit will be a real surprise, also because it is personalized. In fact, Morena and Ernesto will accompany you inside this forest of symbols, all to discover….and for this reason please remember that reservation is needed.
Looking forward to seeing you!!!!!

venerdì 5 giugno 2015

Renato Guttuso





Renato Guttuso nacque a Bagheria il 2 gennaio 1912 e scomparve a Roma il 18 gennaio del 1987.
Incoraggiato a dipingere dal padre, frequentò gli studi del post impressionista Domenico Quattrociocchi e del futurista Pippo Rizzo. A Milano partecipò alle collettive dei pittori siciliani allestite alla Gallerie del Milione nel 1932 e nel 1934. Nei primi anni Trenta strinse legami d'amicizia con gli artisti della "scuola romana", Corrado Cagli, Mario Mafai, Alberto Ziveri, Mirko Basaldella a Pericle Fazzini. Nel 1933 scrisse per il quotidiano palermitano "L'Ora" un entusiastico articolo su Picasso; l'artista spagnolo costituirà il principale modello stilistico e morale per tutta la sua vita.
Guttuso conobbe i pittori Renato Birolli; Aligi Sassu, Lucio Fontana e Italo Valenti, che più tardi formarono il movimento di "Corrente". Nel 1937 si stabilì a Roma dove conobbe la futura moglie Mimise Dotti e l'anno seguente tenne la prima mostra personale alla Galleria della Cometa. Egli divenne il portavoce di una giovane generazione di artisti, che avevano sviluppato una crescente avversione per la politica e le mode culturali del regime negli anni precedenti la seconda guerra mondiale, esprimendo in vari articoli su "Primato", "Il Selvaggio", "Le Arti" e il "Meridiano di Roma" le sue opinioni sulla libertà creativa e sull'imperativo morale del realismo. Concretizzò questi ideali in una serie di opere grandi dimensione, a partire da "Esecuzione in campagna" del 1938-39, dedicata a Federico Garcia Lorca, "Fuga dall'Etna" del 1940 e "Crocifissione" del 1942.
Le crude immagini di quest'ultima e l'implicita critica del regime fascista provocarono le dure reazioni della Chiesa e del governo. Ciò nonostante Guttuso potè ricevere riconoscimenti ufficiali: la "Fuga" e la "Crocifissione" furono premiati rispettivamente al secondo e al quarto Premio Bergamo, patrocinato dal ministro dell'Educazione Nazionale Giuseppe Bottai. Si trattava di manifesti visivi ispirati a Guernica, anche se Guttuso aveva trasformato la sintassi cubista di Picasso in una narrazione più realistica.
Allontanatosi da Roma per motivi politici nel 1943, Guttuso si rifugiò a Quarto (Genova), in casa dell'amico e sostenitore Alberto Della Ragione. Ritornò nella capitale nel 1944 per partecipare alla Resistenza. Fu tra i protagonisti della mostra "L'arte contro la barbarie", organizzata dal quotidiano comunista L'Unità in cui espose i disegni sulle atrocità della guerra pubblicati nell'album Gott mit Uns del 1945.
Nel 1947 fu tra i fondatori del "Fronte nuovo delle arti" con Birolli, Santomaso, Melotti, Turcato e Vedova. Partecipò alla mostra del gruppo alla Galleria della Spiga di Milano, ma di lì a poco lasciò il "Fronte" a causa delle divergenze ideologiche tra figurativi e astratti. In vari articoli su "Vie Nuove", "L'Unità" e "Rinascita" si batté a favore di un realismo descrittivo che considerava intrinsecamente popolare e accessibile alle masse. Pur non potendo negare le affinità con il realismo socialista sovietico, Guttuso affermava che la propria ideologia artistica scaturiva da convinzioni profondamente sentite e non era imposta da alcun sistema politico. Continuò a dipingere grandi narrazioni di eventi contemporanei, spesso con toni marcatamente allegorici, immagini politicamente connotate di contadini e di ispirazione autobiografica.
Nel 1970 illustra Le ragazze di San Frediano di Vasco Pratolini; nel 1972 Tarocchi, 78 litografie ispirate ai tarocchi piemontesi; nel 1981 illustra Dieci novelle di Giovanni Boccaccio.
Tra gli artisti italiani più noti all'estero nel dopoguerra, Guttuso ha ottenuto numerose mostre prestigiose, fra cui una retrospettiva al Museo Puskin di Mosca e all'Ermitage di Leningrado. Negli anni 1966-68 ha insegnato pittura all'Accademia di Belle Arti di Roma ed è stato visiting professor alla Hochschule fur Bildende Kunste di Amburgo nel 1968. E' stato nominato senatore della Repubblica nel 1976.